martedì 30 dicembre 2014

Reading Challenge 2015

Ultimamente soffro di insonnia, e parlando con la mia parafarmacista di fiducia (sì, avete capito bene) oltre a consigliarmi un po' di valeriana, mi ha detto di crearmi un rituale, un'igiene del sonno.
Mi ha però sconsigliato di leggere prima di andare a letto, perché poco rilassante, soprattutto se il libro è avvincente...
Una pugnalata al cuore, ed è inutile dire che non seguirò questo consiglio.
Detto questo, è anche vero che non ho potuto ignorarlo più di tanto durante queste feste: tra appuntamenti vari con persone che vedi solo una volta all'anno (e solo per gli auguri di Natale), mille impegni, spese folli e regali dell'ultimo minuto, arrivare alla una di notte e aver la forza di leggere non è banale.
Forse per tutti questi motivi, ho trovato davvero carina questa "Reading challenge" trovata su internet.
Una simpatica lista di libri da leggere come proposito dell'anno nuovo.

"Reading Challenge 2015"


  • Un libro con più di 500 pagine
  • Un romance classico
  • Un libro che è diventato un film
  • Un libro pubblicato quest'anno
  • Un libro con un numero nel titolo
  • Un libro scritto da qualcuno sotto i 30 anni
  • Un libro con un personaggio non umano
  • Un libro divertente
  • Un libro scritto da un autore donna
  • Un mystery o un thriller
  • Un libro con il titolo composto da una sola parola
  • Un libro di racconti
  • Un libro ambientato in un paese diverso (NdB: questa è facile)
  • Un libro di saggistica
  • Il primo libro di un autore famoso
  • Il libro di un autore che amate ma che non avete ancora letto
  • Un libro raccomandato da un amico
  • Un libro vincitore del premio Pulitzer
  • Un libro basato su una storia vera
  • Un libro in cima alla tua lista "da leggere"
  • Un libro che piace a tua madre
  • Un libro che ti spaventa
  • Un libro vecchio di 100 anni
  • Un libro scelto basandoti interamente sulla copertina
  • Un libro che avresti dovuto leggere a scuola ma non lo hai fatto
  • Un memoir
  • Un libro che puoi leggere in un giorno
  • Un libro con un "contrario" nel titolo
  • Un libro ambientato in un paese che hai sempre voluto visitare
  • Un libro pubblicato nell'anno in cui sei nato
  • Un libro con  pessime recensioni
  • Una trilogia
  • Un libro della tua infanzia
  • Un libro con un triangolo amoroso
  • Un libro ambientato nel futuro
  • Un libro ambientato in una scuola
  • Un libro con un colore nel titolo
  • Un libro che ti ha fatto piangere
  • Un libro con magia
  • Una graphic novel
  • Un libro di un autore che non hai mai letto
  • Un libro che si svolge nella vostra città
  • Un libro che hai ma non hai mai letto
  • Un libro che originariamente è stato scritto in un'altra lingua (NdB: anche questa è facile)
  • Un libro ambientato durante il Natale
  • Un libro scritto da un autore che ha la tua stessa iniziale
  • Un play
  • Un libro proibito
  • Un libro basato o trasposto in una serie TV
  • Un libro iniziato ma che non hai mai finito.

Personalmente nel 2014 non mi sono assolutamente avvicinata a completare una lista del genere, ma mi intriga particolarmente provarci nell'anno nuovo.
Anzi, chissà, potrebbe essere un ottimo modo per far un po' di recensioni sul blog...
La maggior parte non sono sfide complicate, la vera sfida credo consista nel numero. Numero che un qualunque lettore forte dovrebbe riuscire ad avvicinare in un anno.

Quindi, eccovi la sfida per l'anno 2015. Io tenterò di portarla a termine e vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

Ne approfitto per augurarvi una meravigliosa fine d'anno e uno splendido 2015 pieno di avventure e libri!

Enjoy!

mercoledì 26 novembre 2014

Blog Tour 2014: Legione di Simona Colombo, tappa #7

Oggi ho l'onore di presentare la penultima tappa del Blog Tour di Legione, scritto da Simona Colombo.
Come ben sapete Simona, oltre che una casa amica, è anche una mia collega scrittrice e membro di questo blog. Sono quindi felice di poter presentare a tutti voi le sue opere.
Grazie a questo Blog Tour avremo la possibilità di conoscere la storia, i personaggi, le invenzioni e le idee degli scienziati della Legione, ma anche le ispirazioni e le avventure che hanno dato vita a questa saga. Inoltre scopriremo qualcosa in più sulla nostra scrittrice.

In questa tappa Simona ci parlerà delle le ambientazioni storiche di Legione: Gabriel.

Non mi resta che segnalarvi i link con tutte le tappe del Blog Tour e lasciare la parola all'autrice.

08/11 La Legione Segreta: infinite possibilità - Words of Books http://wordsofbooks.wordpress.com/
11/11 Tecnologia legionaria - L'angolino di Ale http://langolinodiale.com/
14/11 Legione: colonna sonora di una saga - Never Say Book http://neversaybook.blogspot.it/
17/11 Protagonisti: River e il volo - Destinazione Libri http://destinazionelibri.com/
20/11 Protagonisti: i poteri mentali di Gabriel - Divoratori di Libri http://divoratoridilibri.blogspot.it/
23/11 Legione River: ambientazioni storiche - The Bookshelf http://thebookshelfff.blogspot.it/
26/11 Legione Gabriel: ambientazioni storiche – Le Terroriste della Letteratura
29/11 Intervista all'autrice - Peccati di Penna http://peccati-di-penna.blogspot.it/


Il secondo episodio della saga, Legione Gabriel, ruota intorno a una coppia di bracciali dagli straordinari poteri che si tramandano attraverso i secoli in un gruppo di donne chiamate Custodi. I prodigiosi gioielli serviranno a Vespro, il progetto della Legione Segreta per la realizzazione della macchina del tempo e Gabriel è in cerca dell'attuale Custode, ignara del proprio ruolo perché i bracciali sono andati perduti.
La prima Custode che appare nel libro è una sacerdotessa che vive nella Babilonia del 539 a.C., mentre i Persiani si trovano alle porte della città. Amo l'archeologia e la storia antica, per questo ho scelto un'epoca da Mille e una notte per aprire un libro che parte dalla magia per arrivare alla scienza più avveniristica.
Intrecciando passato e presente, i bracciali si ritrovano in Italia nel 1528 dove attirano l'attenzione delle Streghe del Beneventano. Durante le mie ricerche per il libro, ho raccolto una moltitudine di informazioni su questa famosa congrega, imbattendomi spesso in versioni contrastanti degli stessi fatti. La storia delle janare è una di quelle che divide il pubblico tra i credenti, per tradizione o per passione dell'occulto, e gli scettici che parlano di superstizioni provenienti da anni oscuri. Rimane, però, una leggenda interessante che ho voluto inserire nella trama adattandola alle esigenze del racconto.
I misteriosi gioielli approdano, poi, nel Nuovo Mondo, finendo ai polsi di una donna Cherokee, deportata insieme alla sua tribù lungo il Sentiero delle Lacrime nel 1838, una pagina tristemente nota di storia americana.
La Legione Segreta è presente in ognuna di queste epoche, portando avanti le proprie missioni nell'ombra. I legionari partecipano alla grande storia dell'umanità scrivendone una pagina personale che si perde tra miliardi di pagine, come ognuno di noi vive la propria vita tra miliardi di altre vite. Qualcuno emerge, qualcuno lascia piccole tracce, qualcuno scompare, ma tutti contribuiamo con la nostra avventura individuale e unica.

Vi siete incuriositi? Di seguito troverete le informazioni per far vostri i libri di Simona.

TITOLO Legione «River»
GENERE Fantascienza – avventura
PREZZO € 4,51
DISPONIBILE SU Amazon Kindle Store: Link

TRAMA La Legione Segreta è un’organizzazione mondiale che da migliaia di anni si occupa di risolvere misteri naturali e soprannaturali. I suoi membri sono scienziati, artisti, soldati, persone con doti speciali disposte a lasciare una vita convenzionale per lavorare nell’ombra. Diventare un legionario può essere un privilegio o una condanna. Questa è la storia di River che a diciotto anni scopre la Legione Segreta quasi per errore. È la storia della sua missione più importante e pericolosa che coinvolgerà la sua famiglia, il suo migliore amico e legionari provenienti dal passato per sventare una minaccia di cui il mondo intero è ancora all'oscuro.


TITOLO Legione «Gabriel»
GENERE Fantascienza – avventura
PREZZO € 3,80
DISPONIBILE SU Amazon Kindle StoreLink

TRAMA Seconda avventura storico-fantascientifica per i membri della Legione Segreta. Protagonista di questo episodio è il legionario Gabriel Walken dai fenomenali poteri mentali che guida la Porsche maledetta di James Dean. La sua missione coinvolgerà cinque ragazzi cresciuti in un orfanotrofio, dove misteriose presenze terrorizzano e uccidono i giovani ospiti. Tra streghe vendicative e una stirpe di donne custodi di prodigiosi bracciali, dalle Alpi agli Stati Uniti fino a un laboratorio in Bolivia dove è nascosta la macchina del tempo, Gabriel scoprirà che essere speciale non significa necessariamente essere solo. 

E con questo la tappa si conclude. La prossima e ultima sarà su Peccati di Penna, non perdetevelo!

Enjoy!

venerdì 9 maggio 2014

Promozione ebooks

Cari lettori,
il sito Romanzifantasy.it ha pubblicato sulla sua homepage le copertine di Il Guardiano e Ninna Nanna per Lucifero dalle quali si accede a due pagine dedicate. Presto online anche le recensioni della loro redazione.
Godetevi l'inquietante booktrailer realizzato da Action! per Il Guardiano e contattatemi a simopassacc@gmail.com se siete interessati a produrne uno per le vostre opere.

Buona lettura!

giovedì 26 settembre 2013

Moedisia

Finalmente io e Sephira abbiamo un sito!
Dopo ben un anno dall'acquisto del dominio, ci siamo date da fare e abbiamo realizzato Moedisia.
Il perché del nome è presto detto, anche se non vi svelerò nulla: è il fulcro della nostra saga "I Mondi Dispersi" - inoltre ci sembra decisamente figo!
Lo abbiamo realizzato con iweb, un programma Apple davvero ignorante, ma versatile e comodo. Dopo aver deciso i contenuti, le pagine e le quattro cose basilari che un buon sito dovrebbe contenere, il difficile era renderlo appetibile agli occhi.
In soccorso ci è venuta la madre di Sephira, che quest'estate ci ha messo in contatto con Mihaela, talentuosa illustratrice croata.
Ci siamo innamorate subito del suo stile e dei suoi meravigliosi disegni. Mihaela ha una capacità di spaziare tra tecniche e contenuti non indifferente: non potevamo trovare spalla migliore per far prendere forma alle nostre idee e fantasie.
Quindi, ora che vi ho tediato a sufficienza, vi invito a venirci a trovare e a gironzolare per le nostre pagine.
Siamo ancora un po' poveri in contenuto - e presto aggiungeremo altro - ma l'essenziale c'è.
Troverete sempre il link nella colonna qui a destra del blog, e nel frattempo cliccate qui in basso!


Enjoy!

martedì 3 settembre 2013

Norvegia: on the road (2)

GIORNO VII – Trondheim
Di Kristyna ho già parlato. Abita al quinto piano di una palazzina rossa, nel quartiere studentesco. Ha una grande camera da letto e una sala da pranzo in comune con altri tre inquilini.
Beh, questa è la versione ufficiale.
In realtà, lei è ospite del proprio ragazzo, ma lui è in Repubblica Ceca. E il solo altro inquilino è, a sua volta, ospite di un'amica (assente ingiustificata). Si chiama Jakob, ha solo diciannove anni ed è arrivato in Norvegia dalla Slovacchia alla ricerca di un lavoro estivo, prima di iniziare l'università.
Il suo coraggio mi sorprende. Lui ammette di essere stato terrorizzato per gran parte del viaggio, e di esserlo tuttora. Eppure, la mattina si sveglia presto, prende la bicicletta e pedala fino al centro città, bussando alla porta di ogni ristorante del porto.
Oggi è stato assunto da un ristorante italiano. Come cuoco. In un ristorante italiano gestito da un russo – si sa che i russi sono strani. Ciò che rende il ristorante italiano è l'aggiunta di abbondante aceto balsamico sui panini. Insomma, ci credono davvero.
Mentre Jakob va a fare il suo giorno di prova (rinvigorito dai miei pancakes), io, Domcha e Kristyna ci prepariamo ad una gita sulle colline che sovrastano la città. La strada è asfaltata, larga e frequentata da famiglie di salutisti. Conduce fino a un lago e una grande baita in mezzo a una foresta. Lunghe chiacchierate in salita e in discesa, tra i norvegesi intenti a godersi una domenica di sole. Si gode di una bella vista sulla città, fino al mare. Kristyna ci racconta aneddoti da vera guida turistica, e per fare pratica ripete tutto anche in tedesco.
Torniamo a casa che è già passata da parecchio l'ora di pranzo. Ciononostante, mangiamo con calma, facciamo il bucato e la spesa. Siamo piacevolmente intontite dal repentino cambio di ritmo.
Non è solo l'avere a disposizione un bagno e un letto.
Questa Trondheim è come un'oasi. Siamo qui, in mezzo alla nazione, a metà del viaggio. Finalmente abbiamo il tempo di tornare con la mente a ciò che abbiamo visitato. Possiamo ricostruire ciò che abbiamo provato, confrontando i nostri ricordi. Le nostre storie iniziano ad accumularsi: Kristyna e Jakob ridono al momento giusto, sgranano gli occhi, ci seguono passo dopo passo. Ascoltano, raccontano a loro volta.
Siamo nel mezzo: il nodo di un intreccio di storie. Ovunque andiamo, germogliano racconti.
L'abitazione dista mezz'ora a piedi dal centro: in discesa, non pesano affatto.
Gamle Trondheim
Trondheim è bella. Non è solo la Cattedrale di Nidaros, dove ci è stato possibile entrare per seguire una messa protestante (piacevole musica d'organo), ma anche le vie ariose, le abitazioni, i parchi pieni di fiori e le piazze affollate.
Fiancata della cattedrale di Nidaros, Trondheim
Le note di un concerto rock ci accompagnano su antichi ponti, di fronte alla splendida Università e di nuovo a casa.
Qui incontriamo due amici di Jakob: Martin e Katarina. Improvvisiamo un barbecue nel giardino dello studentato; e quando cala il fresco della sera ci ritiriamo in casa per un tè.
Domcha impugna la chitarra e inizia a cantare. Cantiamo insieme tutta la notte. Cantiamo in tutte le lingue.
E prima di andare a dormire, facciamo un lungo brindisi all'ingresso della Croazia in Europa.
Mentre le luci si spengono, una alla volta, penso a quanti fili debbano essere stati tirati dal destino, perché noi ci potessimo incontrare sotto lo stesso tetto, a cantare così.


GIORNO VIII – Trondheim
In bicicletta! Lunghe discese con il vento in poppa (o era la prua?).
Causa piedi e gambe martoriate, unica soluzione è stata affidarsi alle due ruote. Quindi, voliamo a valle, io e la mia bicicletta.
Visito la fortezza che domina la città, bianca in mezzo all'erba verdissima, con i cannoni, la muraglia e una battaglia epica che la storia del continente non ha mai citato.


Mi perdo alla ricerca del centro storico e torno di fronte all'Università. Non sono preoccupata. Pedalo lungo il fiume e decido di provare il celebre “ascensore per biciclette” (riempiendomi di lividi nel tentativo).
I Norvegesi non riescono a essere pigri nemmeno se ci provano. Chiedete ai miei polpacci!
Attraverso il ponte vecchio, il porto, arrivo alla chiesa di Nostra Signora (Fraue qualcosa).
All'interno, oltre alla chiesa vera e propria, c'è una sorta di piccolo bar: il luogo è un centro di assistenza e recupero per tossicodipendenti, ma è davvero aperto a chiunque voglia entrare. A chiunque non abbia un posto dove trascorrere la notte.
Un assaggio di estate norvegese...
Dopo un veloce pranzo sulla strada, incontro nuovamente Domcha. Ci incamminiamo verso il Palazzo Arcivescovile, accanto alla Cattedrale di Nidaros. All'interno ci sono alcune mostre permanenti: reperti archeologici che documentano l'antica storia della città, resti dell'antica cattedrale (distrutta – come ogni città della Norvegia – da svariati incendi), ricostruzioni e statue. Poi, i gioielli della corona norvegese. Le corone di re, regina e principe ereditario, corredate da scettro e pomo. Ma soprattutto, sono esposte le loro custodie.
Non ci avete mai pensato, eh? Magari credevate che i reali andassero sempre in giro con la corona in testa. Invece, ora scoprite che esistono delle scatole in pelle, che sembrano quelle in cui i pasticceri mettono le torte, ad uopo. Perde un po' di poesia, vero?
Il ragazzo con tonaca che fa da guida abbandona il suo posto ai biglietti per farmi da guida. Si entusiasma nel raccontarmi la storia di Sant' Olav, che è protettore della Norvegia, e ne è stato il sovrano. Come potrebbe non appassionarmi la storia di un vichingo sanguinario proclamato santo, e a cui è dedicato un lungo pellegrinaggio in questa terra? Ascolto rapita una storia che parla di guerre, assassinii, colpi di stato, viaggi disperati, tombe scoperchiate e corpi trafugati.
All'uscita, guardo la Cattedrale di Nidaros con occhi nuovi. Frugo nelle tasche della mia giacca e trovo un piccolo cristallo di quarzo, che avevo raccolto sulla strada per Rondane.
Lo lascio in mezzo ai pochi fiori secchi che decorano la tomba del grande santo.
È stato anche lui un viaggiatore. Di sicuro saprà capire.
Lasciato il centro storico, inforco nuovamente la mia bicicletta e mi dirigo verso il mare.
Proprio lì accanto, è stata costruita un'enorme piscina. Oh, l'acqua calda! Invenzione mirabile (e, che io sappia, ancora senza brevetto). Muscoli e ferite guariscono in un attimo, anche se ce ne procuriamo di nuove sugli scivoli.
Fuori, l'aria è fredda e si è alzato il vento.
Questa volta devo spingere il mio potente mezzo, visto che vado in salita. A casa, però, mi attende la cena preparata proprio per noi da Jakob prima di andare al lavoro.
Nonostante la stanchezza, rimaniamo alzate ancora a lungo. Dobbiamo terminare i preparativi per il viaggio. Così, quando il nostro cuoco milionario (le paghe in Norvegia sono scandalosamente alte) torna a casa, siamo tutte e tre al tavolo della cucina.
Ancora una volta, ci ritroviamo a cantare e parlare fino a notte inoltrata.
Vorremmo restare più a lungo. Kristyna sente già la nostra mancanza – e, in qualche modo, anche noi sentiamo già la sua.
I nostri zaini sono sulla porta. I nostri cuori sono ancora qui, ma le scarpe all'ingresso scalpitano per affrontare nuove terre, nuovi mondi. È tutto pronto, e non ci sono più scuse.


GIORNO IX – Da Trondheim a Kristiansund
Lasciamo l'appartamento di Kristyna a metà mattina. Camminiamo fino a raggiungere uno degli ingressi dell'autostrada: non è un brutto posto per fare l'autostop. Ha tutti i requisiti: uno slargo abbastanza grande da permettere alle auto di fermarsi, buona visibilità, è una strada frequentata.
Io e Dom distiamo poco più di cinque metri; abbastanza da mostrare che siamo in due. Quando una macchina si ferma, tocca a me correre e chiedere se il conducente va nella nostra stessa direzione.
Ma aspettiamo oltre un'ora e mezza, tra macchine che accelerano, ragazzi che salutano e lo sguardo pieno di disprezzo di signore in Mercedes e BMW vuote.
Il cielo si copre, inizia a tirare un vento fastidioso e gelido. Trascorriamo un'altra ora a soli 8 km di distanza, all'incrocio della E6. Siamo depresse ed esasperate.
Cosa dobbiamo fare? Tornare in città? Restare dove siamo?
Intanto le auto ci corrono accanto, senza accennare a fermarsi. Autisti e passeggeri ci guardano con curiosità, ben nascosti dietro i finestrini dei loro mezzi. Non otterremo altro.
Ci dirigiamo alla fermata di uno degli autobus e discutiamo il da farsi. La cartina ci restituisce lo sguardo: sono passate già tre ore, e non ci siamo praticamente mosse!
Dominika è visibilmente irritata. Confessa che è la prima volta che le capita qualcosa di simile. Per quanto mi riguarda, è la prima volta in assoluto che viaggio in auto-stop. Non ho davvero idea di come funzioni, quando funziona. Beh, sicuramente non così.
Convinco la mia compagna a seguire i segni di una pista ciclabile. Camminiamo a lungo, fino a raggiungere la città vicina. All'arrivo a Heidal siamo stremate.
Secondo la mia cartina, da Heidal passa una ferrovia. La intercettiamo, ma sembra che la stazione disti ancora molto. Inoltre, non sappiamo se vi passino treni diretti a Sud.
Mentre passiamo di fronte a un benzinaio, vedo un uomo fare benzina: richiamo Domcha, e lo fissiamo con insistenza. Guida un Westfalia. Gloria mi ha insegnato che si tratta del furgoncino degli hyppi! Chiunque guidi senza vergogna un simile autoveicolo non può che essere una brava persona.
I fatti ci danno ragione.
Ci porta in un punto ben frequentato, un altro ingresso di autostrada, e da quel momento iniziamo a saltare da un'auto all'altra. Prima un professore di genetica, poi un paramedico di ritorno da Bangkok... È così eccitante!
Lasciamo un autista prima di un traghetto e ne troviamo un altro all'attracco. Una rapida connessione a internet ci rassicura: abbiamo un posto dove dormire. Uno dei ragazzi che abbiamo contattato tramite Couchsurfing ha accettato la nostra richiesta, ed è disposto ad ospitarci per la notte.
Il nostro ospite si chiama Brinjar e abita a Kristiansund, in una villetta in mezzo al verde.
Una villetta circondata da un pezzo di foresta da un lato, dal mare poco distante, centinaia di fiori – decadente, sporca, ma decisamente con stile e personalità. All'arrivo, troviamo Brinjar nel panico, impegnato a pulire: vorremmo rassicurarlo, ma la casa è davvero un macello. E non parlo del drammatico bisogno di un restauro: la camera (appartenente al suo coinquilino, ovviamente assente) è un cumulo di cavi, tranci di pizza, sintetizzatori e mutande. Osservo il covo, affascinata dall'idea di trascorrervi la notte.
La cucina ospita pentole del secolo scorso, poche. Il soggiorno è composto da un bellissimo divano in pelle, due casse da discoteca e un televisore al plasma che occupa l'intera parete. C'è anche un tavolino, in legno intagliato, e un cimitero di tappi di birra.
Ma ehi, è meglio che una tenda, no?
Mentre Domcha pulisce, vado a fare la spesa al supermercato vicino. Cuciniamo e ci prepariamo ad una lunga serata telefilm, intervallata da sprazzi di conversazione (tra un episodio e l'altro).
Brinjar ha 26 anni e fa il pescatore nel Mare del Nord. Quando una nave sta per salpare, viene chiamato per fare parte dell'equipaggio: di solito, questo accade nei mesi invernali. Passa un mese a bordo e uno a terra, in compagnia del suo sintetizzatore.
Ci mostra dei video del sole di mezzanotte, di gabbiani che volano trasportati dal vento e seguono una delle tante navi su cui ha lavorato, di onde scure come la notte. Vediamo tonnellate di merluzzi e sardine venire rovesciate sui ponti e spinte nella stiva, sotto una luce che non scalda.
Gli chiedo se abbia visto spesso l'Aurora Boreale. Mi risponde che lassù, in inverno, è tutto grigio: mare e cielo sono coperti di nuvole e di una nebbia che penetra crepe e ossa.


GIORNO X – Kristiansund & l'Atlantic Road
Ci svegliamo tardi, assillate dal dubbio che dei topi abbiamo passeggiato sui nostri corpi addormentati. Brinjar dorme ancora, noi facciamo colazione con ciò che offre la sua credenza e iniziamo una lunga camminata verso il centro città.
Kristiansund sorge su quattro isole, tenute insieme da altrettanti ampi ponti. È una città a vocazione commerciale: navi enormi trasportano container colorati. Ci sono petroliere, pescherecci e navi cargo. Vanno e vengono, silenziosamente.


I sole è splendido: decidiamo di prendere il traghettino che fa la spola tra le isole. Attendiamo la barca sdraiate sull'erba, accanto all'oceano domato e all'ennesimo museo dedicato alla pesca del merluzzo.
Saltiamo da un molo all'altro. Pranziamo con waffle e fragole artiche, sotto lo sguardo divertito dei passanti.
Messo tutto insieme, è soverchiante. Bello da mozzare il fiato. Non posso davvero aver meritato tutto questo. Quindi non può essere questione di merito. I regali sono gratuiti. Questa, è una Grazia.
La felicità secondo Kristiansund.
Visitiamo la chiesa (le cui vetrate sono opera dell'onnipresente Vigeland) e attendiamo ancora una volta la barca, dondolando su un'altalena fatta da un copertone.
I cielo si rannuvola mentre torniamo indietro.
Brinjar cerca tra le mutande il suo passaporto: è stato richiamato in servizio, partirà tra un'ora.
Nell'attesa, si chiede quali vestiti portare, e ha reciso tutti i fiori del giardino (perchè vuole farli seccare in casa). Contagiate dalla fretta del padrone di casa, richiudiamo le nostre bergen.
Siamo pronte a ripartire.


Alla fermata dell'autobus non dobbiamo attendere molto: un'auto si ferma quasi subito. Questa volta è un giovane giornalista, che sta andando in ufficio. Lo preghiamo, scongiuriamo di portarci per un pezzo. Anche pochi chilometri sono abbastanza, per avvicinarci alla meta. Lui tentenna, ma accetta di portarci fuori città.
Parliamo e parliamo: io e Domcha siamo ormai un organismo ben oliato. Uno dei trucchi è non lasciare momenti morti. Il nostro autista si occupa di cronaca nera per il suo giornale di provincia: per lo più, casi di droga. Con una certa delusione, ammette di non avere molto lavoro. Cerchiamo di consolarlo (benedetta Norvegia!), sicuramente qualche turista di passaggio andrà in overdose.
Quindi, parliamo e parliamo. E alla fine lui decide di portarci fino alla fine dell'Atlantic Road – in cambio di una nostra intervista in esclusiva. Non è incredibile?
Paga il pedaggio per nostro conto. La strada è fatta di curve strette e ripide salite, tra isole e scogli. Il cielo è nuvoloso: sembra di scivolare sull'oceano.


Il nostro giornalista ci lascia in una piazzola di sosta, dopo un breve servizio fotografico.

Quante persone incredibili sto incontrando in questo viaggio! Dove sono stata fino ad ora con così tanto da vedere? E come ho potuto vivere senza mai aver assaporato questa libertà incredibile?
La foto più stilosa della storia!
Nuove automobili ci superano a grande velocità, ma il nostro morale è alle stelle. Cantiamo e balliamo accanto alla strada quasi deserta:
Hey, I've just met you
And this is crazy
But here's my thumb up
So pick me, maybe?”
E ci recupera un altro giornalista, membro attivo e convinto di un'organizzazione contro l'ingresso della Norvegia nell'Unione Europea. Discutiamo per svariati chilometri sui pro e i contro della nostra bella Europa, cioè fino all'arrivo al traghetto di Molde.
Veniamo anche a sapere la storia di un ragazzo australiano, che riuscì a auto-stoppare una nave da crociera. Siamo sinceramente ammirate, ma non crediamo sia possibile.
Poche ore dopo (cioè, dopo aver attraversato il fiordo e aver accettato un passaggio da una comitiva di norvegesi e afghanistani in vacanza), arriviamo ad Alesund.
Piantiamo la tenda nel parco cittadino, sentendoci anticonformiste e un po' criminali. Nel silenzio, trasalendo ad ogni voce, ci addormentiamo.


Continua...